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Museo della Città “Luigi Tonini”

Il Museo della città si trova nel centro storico di Rimini, in piazza Ferrari.

È uno dei musei più ricchi e di pregio del territorio, con una vasta collezione dedicata all’archeologia, alla pittura e all’arte cartellonistica del primo ’900. Venne fondato dallo storico e bibliografo locale Luigi Tonini nel 1871-1872 come Galleria Archeologica, all’interno di uno stabile appartenente al Collegio riminese dei Gesuiti (poi Ospedale Civile cittadino dal 1797 al 1977).
Le sale interne ed esterne ospitano reperti di epoca romana, che documentano l’evoluzione dell’antica colonia di Ariminum dal periodo repubblicano a quello imperiale. Molto interessante risulta il lapidario romano del cortile esterno, con iscrizioni databili fra il I secolo a.C. ed il V d.C., come anche i pavimenti musivi e gli oggetti provenienti dalle varie domus (e.g. Palazzo Diotallevi e Domus del chirurgo).

Il percorso espositivo è arricchito da una vasta sezione medievale e moderna in cui sono riuniti dipinti e sculture, ceramiche e medaglie, frammenti architettonici provenienti dalla città e dal suo territorio. E’ nel Trecento che l’arte raggiunge una straordinaria grandezza con la Scuola riminese, manifestazione della vitalità economica e culturale e dell’affermarsi di una corte destinata ad emergere nell’Italia delle Signorie. Il Museo custodisce pregevoli pitture su tavola: a Giovanni da Rimini si deve il Crocifisso, esempio di raffinatezza erede della tradizione bizantina, a Giuliano il Trittico con l’Incoronazione della Vergine e Santi.

Si succedono poi sale dedicate alla Signoria malatestiana, che governò la città dalla fine del 1200 sino al 1500: gli splendori della corte malatestiana rivivono nell’araldica, nelle medaglie, nelle ceramiche e soprattutto nell’opera dei grandi artisti del Quattrocento chiamati ad esaltare la grandezza della Signoria: da Agostino di Duccio, a Matteo de’ Pasti, a Giovanni Bellini e al Ghirlandaio. A questi ultimi si devono rispettivamente La Pietà e la pala con San Vincenzo Ferreri, gioielli della pittura rinascimentale.

In altre sale si ripercorre la stagione artistica del ’600-’700-’800: degne di nota sono alcune opere di artisti come Guido Cagnacci e il Centino, con Sant’Antonio Abate, La vocazione di San Matteo, Cleopatra, oppure l’eccezionale serie di arazzi che ha per soggetto le storie di Semiramide, tessuti ad Anversa.

Per quanto riguarda il 900, il Museo custodisce ben due tesori: il Libro dei sogni di Federico Fellini (Rimini, 1920 – Roma, 1993) e alcune opere di grafica e cartellonistica del celebre René Gruau, nome d’arte del riminese Renato Zavagli Ricciardelli (Rimini, 1909 – Roma, 2004).

Museo della città
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