L’Arco di Augusto venne eretto, per volere del Senato, romano nel 27 a.C. in onore di Ottaviano Augusto, per aver intrapreso il restauro della Via Flaminia, come manifestato dall’iscrizione posta sopra l’arcata.
Posta all’intersezione della Via Flaminia con il decumanus maximus, è una delle due porte – insieme a Porta Montanara – dell’antica città di Rimini, colonia fondata nel 268 a.c.
Rivestito in pietra d’Istria come il Ponte di Tiberio, ha in sé un forte carattere religioso e, al contempo, propagandistico: l’apertura della porta, talmente vasta da non poter essere chiusa da battenti, proclama la pace (Pax Augustea) raggiunta nel 31 a.C., con la sconfitta di Antonio nella battaglia di Azio.
Tra le decorazioni presenti, compaiono quattro clipei rappresentanti, due per lato, altrettanti divinità: Giove e Apollo che guardano verso Roma e la via Flaminia, Nettuno e la dea Roma che guardano alla città. Oggi l’arco si trova sormontato da mattoni e merli di epoca medievale e rinascimentale che hanno modificato le forme originali. In antichità, infatti, era sormontato da un attico con la statua dell’imperatore a cavallo (o su di una quadriga) e si inseriva nella cinta muraria più antica, della quale, ai suoi lati, sono visibili i resti, in blocchi di pietra locale.
Oggi l’Arco si presenta isolato, in seguito all’intervento di demolizione dei corpi adiacenti eseguito negli anni ’30.